Nelle relazioni fra le persone e fra gli Stati del mondo si sta diffondendo un bisogno di pace che, tuttavia, è spesso accompagnato da un senso di impotenza. Questa frustrazione a volte si declina in rabbia e altre volte in rassegnazione. L’estendersi del clima di conflittualità, inasprito dalla guerra e dalle prevaricazioni che coloro che si ritengono più potenti esercitano sugli altri, si unisce alla sensazione che la belligeranza pervada gran parte delle relazioni interpersonali. Tali comportamenti costituiscono un modello che la società vive e impara fin dall’infanzia. Non dimentichiamo, inoltre, che la pandemia da Covid-19 ha aggravato l’impatto sull’uguaglianza di genere, sulle condizioni di fragilità collegate ai temi dell’occupazione, disoccupazione e povertà. Nei paesi di tutto il mondo, i lockdown per contenere il coronavirus hanno portato a picchi nelle segnalazioni di violenza domestica e un peggioramento dello stato di benessere psico-fisico dell’intera popolazione. Riconoscere il maltrattamento domestico e contrastare la violenza psicologica fornendo strumenti alternativi all’aggressività, diventa fondamentale per la prevenzione primaria rivolta a genitori e operatrici/ori del territorio.

La preoccupazione a livello sociologico e psicologico, rende urgente la riflessione, la ricerca e la pratica del cambiamento. Ci sono altri modi di comportarsi: alla violenza c’è sempre un’alternativa.

Non crediamo che sia visionario attivarsi per favorire un diverso modo di pensare al bene collettivo e di educare le generazioni ad un futuro di relazioni pacifiche.

Il progetto EQUALITY nasce per offrire esperienze formative e percorsi di empowerment che aiutino a vivere in un clima di pace, nella scuola, in famiglia e nei diversi contesti, offrendo esempi di rapporti non gerarchici, ma orientati a cercare la parità.

L’Osservatorio regionale sulla violenza di genere riporta che nel corso del 2021, 4.934 donne hanno contattato per via telefonica, mail o di persona un Centro antiviolenza del territorio regionale; il dato è in crescita, dopo la flessione registrata nel 2020 quando erano state 4.614 le donne ad aver preso contatto con un Centro. Complessivamente il numero di contatti fa rilevare una tendenza alla crescita, arrivando a superare i 10.000 contatti nel 2021. In particolare, se da un lato diminuiscono i contatti a distanza (telefono, chat, mail), che nel 2020 avevano avuto una crescita significativa come effetto dei lockdown e delle misure di emergenza dovute alla pandemia, dall’altro i contatti diretti continuano a crescere anche nel 2021 (5.618 contatti diretti).

In particolare vogliamo:

• Riconoscere le dinamiche di potere fra i generi, mediante la rilevazione di stereotipi forniti dai mass media e dalle aspettative di ruolo presenti nel contesto culturale che privilegia schemi mentali favorenti la realizzazione dell’uomo e discriminanti la valorizzazione delle doti delle donne, radicati a volte anche nella mente delle donne stesse. Si vogliono gettare le basi per favorire il passaggio  dalla competizione alla collaborazione tra i generi.  

• Far  conoscere e potenziare la rete territoriale per il contrasto alla violenza di genere, con l’obiettivo specifico di concorrere alla creazione e al potenziamento di  gruppi di riferimento locali, attraverso attività di divulgazione e formazione.

• Offrire, attraverso laboratori esperienziali di arteterapia, gli strumenti per creare una situazione inclusiva e positiva nella quale si sviluppino dialogo e scambio sulle tematiche del progetto.

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